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Balla coi Lupi, dal Forestale

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view post Posted on 9/10/2009, 12:06





Il lupo: una specie di guerrigliero, spesso, un “irriducibile” ai margini della società, che fa sognare gli spiriti indipendenti con il suo malinconico ululare notturno, la sua tenacia, la sua indipendenza in eterno equilibrio con la rigida gerarchia del branco. Da secoli continua a guardarci, con i suoi gialli occhi ipnotici, dall'ombra delle foreste.
Ebbene, un ricercatore inglese di 42 anni, che lavora da sette nel parco naturale di Combe Martin, nel Devon, ha deciso di guardarlo negli occhi davvero: ed è riuscito, così dicono, a vivere per 18 mesi con un branco, comportandosi come loro, mangiando, ringhiando e ululando insieme ai figli della notte. L’uomo si chiama Shaun Ellis, l’“esperimento” gli èvalso un soprannome degno dei film di Kevin Kostner o Jack Nicholson: “The Wolfman”, uomo-lupo.
Shaun non si è lavato per settimane per non cambiare odore (i lupi, come si sa, sono all’aperto con i predatori. Forse si è costruito rifugi occasionali, specialmente d’inverno, perché i lupi frequentano più tane, a seconda delle stagioni: quando nevica, ad esempio, lasciano le quote più alte e scendono più a valle.
Per me, che alle foreste e ai lupi, al loro modo di vivere, ho dedicato un romanzo, questa vicenda è stata quasi la messa in pratica, in chiave moderna, della “Via dei lupi”, la storia di un bandito medievale che visse nelle foreste per dieci anni.
Shaun ha dovuto imparare a ululare come i lupi per farsi sentire da lontano e segnalare la propria presenza: l’ululato, tra i predatori serve a rinsaldare i legami nel branco ed è una specie di “avvertimento” ai consimili che potrebbero sconfinare in territorio “nemico”.
“I lupi sono estremamente sensibili – ha detto Shaun alla fine della sua avventura – riescono anche a capire se uno cambia la dieta, quindi bisogna stare attenti a non ricadere nei comportamenti umani”.
Mancano al momento ulteriori dettagli (l’intrepido Shaun avrà camminato a quattro zampe? Si sarà mosso soprattutto la sera e la notte? Sarà corso dietro ai caprioli?), ma sembra incredibile che, per quanto “abbruttito”, sia stato scambiato dai diffidenti e assai schivi animali per uno di loro, sorvolando sul fatto che fosse quello che era, cioè un uomo.
L’avventura sarebbe più plausibile nei grandi spazi americani, dove si può camminare per giorni senza incontrare anima viva, non in Inghilterra, Paese altamente urbanizzato dove sembra impossibile che i lupi siano raramente (o mai) venuti a contatto con la specie umana, quella che temono di più.
Eppure sembra che per farsi prendere sul serio Shaun abbia anche ringhiato ferocemente, e che per evitare di farsi sbranare – così dicono i primi resoconti – abbia dovuto sempre comportarsi da “maschio alfa”, ovvero da lupo dominante, “sottomettendo gli altri con morsi, ringhi e aggressività controllata”. In mancanza di zanne e artigli (solo pochi manager e uomini politici sono dotati di sorriso a 32 denti, tutti canini) chissà se hanno fatto effetto le otturazioni.
Quello che lascia perplessi è l’“addomesticabilità” dei lupi, cioè che possano convivere con la specie umana. Un ricercatore russo, nel Parco d’Abruzzo, entrò da solo nel recinto di un giovane esemplare che era stato trovato con un’anca rotta e che quindi era vissuto in cattività, non potendo sopravvivere allo stato selvaggio.
Ebbene, il giovane lupo a un certo punto aveva stretto fra i denti il braccio del ricercatore – senza fargli male – e non l’aveva più mollato. “Era una prova di forza”, mi raccontò il forestale che lo nutriva. Dopo mezz’ora il russo era sbiancato, stava per svenire, venne liberato dalle guardie forzando le formidabili mandibole dell’animale con un bastone.
Ecco perché l’avventura di Shaun ha dell’incredibile: perché il lupo è un animale irriducibilmente selvatico, quando nasce e vive in libertà.
La sua storia ha anche un happy end con la “femmina alfa”: dicono che Ellis abbia trovato l’amore nel bel mezzo dell’esperimento con una donna appassionata di animali. Si chiama Helen Jeffs, vive in una casa nel parco e si è avvicinata a Ellis perché colpita dalla sua preparazione e dedizione al progetto: “Ho dovuto imparare a ululare anch’io. All’inizio mi veniva da ridere, ma era l’unico modo per comunicare con Shaun. Alla sera uscivo e ululavo. Dicevo, in sostanza: Ti sento.
Sono qui e tutti i lupi mi rispondevano”.
Alcuni esperti di wolf howling, in effetti, hanno riferito che a volte sulle nostre montagne i cuccioli possono “rispondere” alle sirene delle ambulanze che passano a fondovalle.
 
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